Più complici che amici
abbiamo frequentato per anni
stesse ore e stesse storie.
Abbiamo vantato una fratellanza
sempre fragile e in guerra, ma utile
per concludere in piedi
immancabili sbornie ed attese.
Ragazzi e poi uomini
della stessa miseria e quartiere,
poco ci trovava d’accordo,
salvo la presunzione della salute
della nostra vita insieme
condotta con quattro braccia
forti e litigiose.
Poi hai trovato una giacca,
una camicia stirata, una cravatta
e una donna
un lavoro, una casa moderna.
E ti ho perso,
ammesso che mai ti avessi avuto.
Ora ci salutiamo a distanza
e gli occhi si voltano altrove
a sancire un impossibile addio
non consumato, né detto.