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A mio figlio per dimenticare
Posso venire con te
fino al mio confine,
non un metro di più
quell’oltre che c’è dopo è solo tuo
ed è sicuro che dovrò partire.
Così come mi vedi,
pregi, difetti e molte presunzioni,
è tutto quello che ho voluto fare,
è tutto quello che ho voluto dare,
un sogno antico in battere e levare
che ho legato al corpo di tua madre
in una notte che non è mai finita.
Ma ricorda che quella notte,
quel sogno, quel suono e quella donna
sono tutto per me e sono io:
la mia anima stanca, la mia penna,
la mia follia d’amore e desiderio.
Non ho altro che potrai ascoltare,
è il mio romanzo, è l’unica lettura
giusta o sbagliata di tutta la mia vita.
Da sempre io non ho niente da insegnare,
imparerai a furia di sbagliare.
Una somma d’errori è la via giusta
comunque io non ne conosco altre,
come non conosco soluzioni.
E sii te stesso!
Anche se quel che sei può non piacerti,
passerà anche questo, come i venti,
le ore, le stagioni, il brutto tempo,
l’importante è che tu guardi per vedere.
Non venderti mai, nemmeno per amore.
Abner Rossi
7 aprile 2014
poesia depositata siae